
C’è un momento, un istante sospeso nel silenzio.
È quando le dita si appoggiano sui tasti, quando la mano stringe una penna, quando le labbra si schiudono a un soffio dal microfono. In quell’istante, tutto ciò che esiste è un rapporto a due. Io e lei. L’idea, la melodia, l’emozione che preme per uscire.
È una conversazione intima, quasi segreta. Un patto di verità assoluta, senza maschere né filtri. È come stare con un’amante: puoi solo essere te stesso, nudo e scoperto. Lei conosce le tue crepe, le tue paure, e ti chiede solo di essere onesto.
Questa cosa che nasce è la cosa più mia che esista.
Poi, però, arriva il mondo.
Quella porta si apre e quella conversazione privata diventa un monologo pubblico. Quella cosa così mia, all’improvviso, diventa di tutti.
E qui, proprio qui, si annida il rischio del più squallido dei tradimenti.
Il momento esatto in cui il tuo sguardo si sposta da lei – dalla tua amante, dalla tua verità – e si fissa su di loro. Sul pubblico. E non per cercare uno scambio di sguardi complici, ma per mendicare un’approvazione. Per un applauso. Per un like.
In quell’istante, l’intimità si spezza. Inizi a mentire. A lei, e a te stesso.
“Forse questo passaggio è troppo difficile, non piacerà.”
“Magari questa parola è troppo dura, meglio ammorbidirla.”
“Se cambio questo accordo, suonerà più commerciale.”
Ogni piccola concessione è un pezzo di lei che vendi. E senza accorgertene, hai smesso di essere il suo amante e sei diventato il suo pappone. L’hai presa, l’hai vestita come volevano gli altri e l’hai messa sul marciapiede del consenso facile. L’hai trasformata in una prostituta.
Non fraintendermi. Vedere la tua anima risuonare in quella di un altro è un miracolo. È la forma più alta di connessione. Ma la connessione nasce dalla verità condivisa, non dalla menzogna costruita per compiacere.
Non so voi, ma io una scelta ho dovuto farla.
Continuo a scrivere, a suonare e a cantare per lei. Per quella conversazione a due nel silenzio della stanza.
Se poi, quando apro la porta, qualcuno si ferma ad ascoltare e ci si riconosce, allora la magia si è compiuta. Ma non è quello il fine. È solo una conseguenza meravigliosa.
Il fine è rimanere fedeli.
Almeno a lei. E un po’, forse, anche a se stessi.













