Tag: Scrittura creativa

  • Mi chiamo Donald

    Un monologo satirico che smaschera i meccanismi della post-verità attraverso la voce di Donald Trump. Un’analisi sociale travestita da satira sulla manipolazione del consenso e la costruzione della realtà alternativa.
    Ciao. Mi chiamo Donald.

    Ciao. Mi chiamo Donald. E sono un costruttore di realtà. Molto più bravo di chi costruisce solo con mattoni e cemento, credetemi. Loro costruiscono cose noiose, grigie. Anche io costruisco quelle, ma anche verità eccitanti. Verità tremendous, believe me.

    Prendete Washington. La nostra capitale. Era una zona di guerra. Un inferno. Omicidi, rapine… una vergogna. I politici chiacchieravano. Io agisco. Ho mandato la Guardia Nazionale. Gente magnifica. E come per magia, tutto è cambiato. Loro, i noiosi, dicono: “Ma i dati mostrano che i crimini violenti stavano già scendendo, erano calati del 30% rispetto all’anno prima…”. Dettagli. La gente non compra i dettagli, compra la sensazione. La sensazione era di paura. Ora è di forza. La mia forza. Ho venduto sicurezza. Un ottimo affare.

    È come con l’economia. Tutti quegli economisti con i loro premi Nobel non capiscono niente. Io ho tirato fuori una parola bellissima: dazi. E i soldi hanno iniziato a piovere dal cielo. Loro piagnucolavano: “Ma gli studi dicono che ogni famiglia americana pagherà 2.000 dollari in più all’anno!”. Fake news totali. Pagano gli altri. Paga la Cina. Certo, alla fine una parte finisce sui prezzi dei consumatori, ma questa è solo un’inezia tecnica che basta non dire. Senza i miei dazi bellissimi saremmo diventati un Paese del terzo mondo. Invece io ho reso l’America di nuovo ricca. Tremendously ricca.

    E l’ho salvata dalla più grande truffa di tutte: le auto elettriche. Hanno inventato questa scusa del ‘cambiamento climatico’, una balla colossale, solo per farvi comprare quelle macchinine ridicole. Quelle dove guidi per 15 minuti e poi stai fermo ore ad aspettare che si ricarichino. La Ford e la GM, questi geni, stavano buttando 80 miliardi di dollari per regalarli alla Cina. Io ho fermato quella follia. Ho detto no. Ho salvato il rombo di un vero motore, ho salvato i vostri pick-up e ho salvato la vostra libertà.

    La libertà. La nostra libertà è minacciata. Dicono che alla frontiera arrivano famiglie. Falso. Arriva un esercito. Stanno entrando a milioni. Loro parlano di 2 o 3 milioni di “incontri”, ma io dico che sono 15, 20 milioni di persone che non vediamo. E vengono dalle prigioni. È un’invasione. E poi li faranno votare, ma questa è un’altra storia.

    Una storia che conosco bene. Come quella della NATO. Debole. Inutile. Quando sono arrivato io, forse 5 Paesi pagavano la loro quota. Cinque! Una barzelletta. Io li ho guardati negli occhi e ho detto: “Se non pagate, la Russia faccia di voi quello che diavolo vuole”. Si sono messi a tremare. E ora pagano tutti. Tutti! Sono passati da 5 a più di 20. Loro dicono: “Ma l’accordo era del 2014, prima di te…”. Irrilevante. Non stavano pagando. Io li ho fatti pagare. Io ho salvato l’Occidente.

    Perché io sono per la pace. Nessuno vuole la pace più di me. Ho fermato sei guerre. Sei. Mi chiamavano, leader mondiali, piangendo, e io in 24 ore sistemavo tutto. Finito. Pace. Bellissimo. Poi i media, i soliti, dicevano ‘Ma la guerra stava già finendo…’ oppure ‘La tregua è durata solo due giorni’. Dettagli. Io ho fatto la mia parte, ho portato la pace. Se loro non sono capaci di tenersela, non è un mio problema. La pace si ottiene con la forza. Per questo il nostro ‘Ministero della Difesa’ suona debole. Difesa? Noi dominiamo. Dovrebbe chiamarsi ‘Dipartimento della Guerra’. È più onesto. È più forte.

    Il mio problema, se ne ho uno, è che vedo la realtà per quello che dovrebbe essere, non per quello che dicono i loro noiosi numeretti. E la mia versione è sempre la migliore.

    Grazie. Siete un pubblico magnifico. Veramente.