
Il 1 settembre è il vero Capodanno.
Si torna in ufficio come se fosse un aeroporto intercontinentale: qualcuno atterra piano, qualcuno si schianta in pista.
I buoni propositi non li scriviamo a dicembre — troppo occupati a digerire pandori e parenti — ma ora: “Quest’anno sarò organizzato”, “Quest’anno non berrò cinque caffè al giorno”, “Quest’anno risponderò alle mail entro 24 ore”.
Illusioni, ovviamente. Ma bellissime illusioni, fresche come un’agenda appena scartata.
Il 1 settembre è la vera mezzanotte dell’anno: nessun conto alla rovescia, nessun tappo che salta. Solo la porta dell’ufficio che si apre. E un cuore che batte più forte del suono di qualsiasi fuoco d’artificio.