Benvenuti nel RickyVerso

Avere un cervello che lavora costantemente alla velocità della luce può essere la più grande benedizione o la più grande maledizione. Dipende dai punti di vista. Dai momenti.

Oggi, in un’epoca che celebra il conformismo e l’appiattimento creativo per compiacere “l’Algoritmo”… beh, diciamo che è molto più spesso una maledizione.
Mi chiamo Ricky, classe 1974.
E sono un ammasso di geni artistici instabili che albergano nel mio DNA da almeno 800 anni.
(Saltando qualche generazione, a quanto pare…)
Ho iniziato a frequentare la corte dell’Arte da bambino, creando mosaici con i pezzetti di verdura del minestrone. Da adolescente timido e insicuro, ho comprato una chitarra pensando mi avrebbe aiutato con le ragazze. In realtà, sono diventato la colonna sonora degli altri che limonavano.

Ma la scintilla della Musica, quella vera, era scattata.
Ho cominciato a comporre: Rock, Metal, l’amore viscerale per il Prog. Ma anche Jazz, Funky, incursioni nel Pop, nella Classica, nell’Elettronica, persino nella musica liturgica e cinematica. E già che c’ero, ho provato a mischiare tutto.
Risultato? La frase che mi ha accompagnato per trent’anni:


“NON SI CAPISCE CHE MUSICA FAI”


Non mi ha mai scoraggiato. La musica è sempre stata una mia esigenza, non un modo per compiacere i desideri altrui.


Con il tempo è arrivata la Scrittura, un modo per esplorare l’intimità dell’animo umano attraverso pensieri, poesie e racconti. Ovviamente, anche qui: “scrivi post troppo lunghi”, “usi termini complicati”. Pazienza.


Poi è nata la passione per la Fotografia, specie quella teatrale: la sfida più complessa e affascinante con le sue luci, le sue ombre, i suoi movimenti. La mia fedele “Nikolina” mi segue ovunque.


E infine, il Disegno. Stranamente l’ultima arrivata, data la discendenza. Nata per gioco, per dare più vita ai miei pensieri, ho scoperto che mi viene facile creare in stili sempre diversi.
Strano, vero?


Riassumendo: siamo passati dal “non si capisce che musica fai” al…
“NON SI CAPISCE COSA FAI!”
Questo spazio, “Il Rickyverso”, è la mia risposta. È il mio atto di resistenza.
È il luogo dove tutte queste anime convivono senza chiedere il permesso, dove le armonie possono essere disarmoniche. È casa mia, il dominio è mio, e faccio quello che mi pare.
Scrivo per chi ama leggere, non scrollare.
Suono per chi ama ascoltare, non solo sentire.
Fotografo per catturare attimi pesanti, non sorrisi di circostanza.
Se ti ritrovi in questo caos creativo, sei nel posto giusto. Benvenuto.
L’unica persona al mondo cui devo rendere conto di qualcosa, l’ho sposata. E a lei va bene così.