Categoria: Musica

  • Compleanni, sogni di 8 minuti e un dito medio all’Algoritmo.

    Copertina ufficiale del brano "Symphonic Reverie" di Ricky Guariento. Un'immagine suggestiva di una cattedrale gotica illuminata d'oro, con colonne a forma di chitarra e un sentiero di note musicali sul pavimento.

    Anche questa volta è arrivato il giorno. E come ogni anno, mi guardo indietro e mi chiedo cosa mi sono regalato. Non parlo di oggetti, ma di atti. Atti di coerenza, di amore, a volte anche di sana e pura ribellione. Quest’anno, il mio regalo per me – e spero anche per voi – si intitola “Symphonic Reverie”.

    Ed è un brano inedito di 8 minuti e 32 secondi.

    Leggetelo di nuovo: 8:32. In un’epoca in cui la musica è diventata un sottofondo usa e getta da 30 secondi per muovere culi su TikTok, pubblicare un’opera strumentale di questa durata è un atto politico. È il mio personale rifiuto di prostituire un’idea, di venderla al pappone del consenso facile, come scrivevo tempo fa.

    “Symphonic Reverie” non è nata per essere “scrollata”. È nata per essere ascoltata.

    Questa è la storia di un sogno creativo a distanza, un’armonia disarmonica costruita a 10.000 chilometri di distanza. Protagonista con me di questa odissea sonora è la mia “partner in crime”, Michiko, giovane batterista fenomenale di Tokyo con un’anima forgiata nel metallo. Già fondatrice con me e Michal Dijkstra del gruppo “diffuso” 80 Hundred Miles. Dai nostri rispettivi home studio – il mio piccolo antro creativo e la sua cantina trasformata in un tempio del ritmo – abbiamo tessuto per mesi le fila di questo brano, nota dopo nota, beat dopo beat, con tutte le difficoltà logistiche e tecniche del caso. È un dialogo tra due mondi, due culture, unite dalla stessa urgenza espressiva. E sì, lo ammetto, a tenere insieme i pezzi di questa folle collaborazione a distanza c’è stata anche l’AI (orrore! orrore! 😱), usata come strumento, come ponte, mai come fine.

    Ricky Guariento (chitarrista) e Michiko (batterista) in posa in uno studio di registrazione. Foto promozionale per il progetto "Symphonic Reverie" e la loro "Euro-Asian Metal Alliance".

    Ma com’è, questo “Sogno Sinfonico”?

    È un viaggio prog-rock. È una creatura metal viva, che respira, che non chiede il permesso. Passa da momenti di quiete quasi riflessiva a vere e proprie tempeste sonore. Non troverete una voce umana a guidarvi, perché non serve. A parlare è solo la musica, nel linguaggio più puro e universale che esista.

    Questo brano è la dimostrazione pratica di tutto ciò in cui credo. È la mia musica fatta “per chi ama ascoltare, non solo sentire in sottofondo”. È il frutto di quella conversazione a due, intima e segreta, con l’idea di musica come amante, prima di aprire la porta al mondo.

    Oggi quella porta si apre. E se qualcuno si ferma ad ascoltare riconoscendosi in quello che abbiamo creato, allora la magia si è davvero compiuta.

    Symphonic Reverie” non è più solo mia e di Michiko. Ora è anche vostra. Se vorrete accoglierla.

    Buon ascolto. E vaffanculo, Algoritmo. 🖕🏻 Con affetto.

    e tutte le piattaforme di streaming

  • Sealounge: dove il suono diventa sabbia calda sulla pelle.

    Copertina del singolo "Sealounge" di Ricky Guariento. Un primo piano sull'addome e le gambe di un corpo femminile in bikini, sdraiato sulla sabbia. L'immagine ha un filtro caldo, color seppia, con un effetto grafico di carta strappata.

    L’autunno è un artista di tocchi lievi e sentenze definitive. Accorcia le giornate, raffredda l’aria, invita a cercare rifugi più intimi. E mentre fuori la prima pioggia lava via la polvere dell’estate e la nebbia inizia a disegnare contorni incerti, sento il bisogno quasi fisico di un calore diverso. Un calore che non viene da un calorifero, ma da un ricordo.

    In questi giorni, mi sono ritrovato ad ascoltare in loop un mio brano che sembra provenire da un’altra vita creativa: “Sealounge”.

    Chi conosce la mia musica, il mio percorso tra le trame del prog metal e le confessioni del rock, potrebbe rimanere sorpreso. “Sealounge” non ha chitarre sferraglianti né ritmi complessi. È figlio di un periodo di esplorazione, un momento in cui ho messo da parte gli strumenti che conoscevo come le mie tasche per giocare con l’ignoto: l’elettronica, i campionatori, i suoni sintetici. È stato un atto di libertà, un modo per scoprire se la mia voce creativa potesse parlare anche un’altra lingua.

    Il brano si apre con un sipario liquido: le onde del mare. Non è un semplice effetto, è una porta d’accesso. Un invito a spogliarsi del superfluo e ad entrare in una dimensione diversa, quella di un pomeriggio estivo infinito. Ho cercato di tessere un arazzo sonoro che fosse quasi tattile: la pulsazione lenta di un battito a riposo, i synth che si allargano come cerchi sull’acqua, le melodie rarefatte che evocano il dormiveglia sotto l’ombrellone, con il sole che filtra tra le palpebre e scalda la pelle.

    La musica ha questo potere straordinario: è una macchina del tempo per le sensazioni. E ogni nota, ogni suono all’interno di “Sealounge” è stato scelto e posizionato con un unico scopo: provocare quel senso di pace e di abbandono. È la mia piccola resistenza contro il grigiore che avanza, un sole tascabile da accendere quando serve.

    Oggi lo condivido con voi. Spero che possa essere un piccolo rifugio anche per voi, un’onda di calore inaspettata per scaldare questi primi giorni d’autunno e ricordarci che, da qualche parte dentro di noi, l’estate non finisce mai veramente.

    Buon ascolto.

  • Un viaggio di 514 secondi

    La vita non si misura a click e scroll

    In un’epoca che misura tutto in click e scroll, ho scelto di creare qualcosa che respira.
    Qualcosa che non si piega alle regole del consumo veloce.
    Un’opera che chiede tempo, attenzione, silenzio. Che chiede di chiudere gli occhi. Per più di 30 secondi.

    Molti di più.

    La storia inizia il 29 settembre.

  • Stay Human – Restare umani quando il mondo impazzisce

    Ascolta il brano anche su: Apple Music, Amazon Music, YouTube

    Viviamo in un’epoca in cui la parola pace sembra diventata un’utopia e il semplice rimanere umani un atto di follia. 🌍

    La Palestina e Gaza, dall’Ucraina all’Africa, i nomi cambiano ma la tragedia resta la stessa: innocenti sacrificati nei giochi di potere, quando non veri e propri genocidi.

    Proprio per questo, il brano Stay Human del nostro album Divergent Tales (uscito lo scorso anno), oggi suona ancora più urgente e necessario. Non è solo una canzone: è un appello, un grido, un promemoria per non smarrire la luce dentro di noi.

    Ecco il testo, tradotto in italiano:

    Nei corridoi del potere, dove strisciano le ombre,
    figure immense giocano a un gioco oscuro.
    Con un lancio di dadi decidono il destino,
    di vite invisibili, un peso insopportabile.

    Sussurri riecheggiano nei palazzi di marmo,
    ogni parola una mossa, mentre il buio chiama.
    Gli innocenti diventano semplici pedine,
    mentre i potenti perdono la via.

    Si arrampicano così in alto, toccano il cielo,
    ma perdono l’anima in un battito di ciglia.
    La corona pesa, il trono è una gabbia,
    mentre firmano i loro nomi sulla pagina della storia.

    Resta umano, di fronte alla notte,
    aggrappati a ciò che è giusto e corretto.
    Non lasciare che l’oscurità consumi la tua luce,
    Resta umano, continua a lottare.


    Il martello cade e il silenzio regna,
    il pianto di un bambino, il dolore di una madre.
    Ordini impartiti senza ripensamenti,
    per le vite di chi ha combattuto.

    Un’illusione di grandezza, una trance divina,
    credendo di avere il mondo nelle mani.
    Ma ogni impero crolla, ogni regno finisce,
    e tra le rovine, quale messaggio rimarrà?

    Resta umano, non perdere il cuore,
    alla fine tutti abbiamo una parte.
    In questo mondo che può dividerci,
    Resta umano, è da lì che si riparte.


    Puoi sentire la preghiera nel vento?
    È un richiamo a rialzarsi, a ricucire.
    A ricordare la forza dentro di noi,
    a scegliere la vita, a difenderla.

    Resta umano, è la nostra preghiera,
    per un mondo dove siamo tutti liberi.
    Davanti alla tirannia,
    Resta umano, lascia che sia.


    Così quando la notte è fredda e resti solo,
    ricorda l’amore che hai sempre conosciuto.
    Nel cuore dell’umanità, lascia che risplenda:
    Resta umano, è scolpito nella pietra.


    80 Hundred Miles – Chi siamo

    Siamo nati come un trio “a distanza”:

    • Ricky – L’Italian Rocker, 50 anni, anima rock che porta con sé le vibrazioni immortali dei ’70 e ’80.
    • Michal- Il Dutch Maestro, 32 anni, alchimista di elettronica e sperimentazione.
    • Michiko – La Japanese Metalhead, 27 anni, pura energia metal che incendia ogni riff.

    E poi la famiglia, durante il viaggio, è aumentata:

    • Nguyet, 42 anni dal Vietnam, polistrumentista, anima ritmica e chitarrista dal groove inossidabile.
    • Cody, 18 anni dagli Stati Uniti, giovane virtuoso della chitarra solista, la freschezza che spinge lo sguardo verso il futuro.

    Ci chiamiamo 80 Hundred Miles perché le distanze ci dividono, ma è proprio quella distanza a darci forza: dimostra che la musica non ha confini, né di spazio, né di età, né di stile.

    I nostri valori sono semplici, ma radicali:

    • Restare umani in un mondo che ci spinge a dimenticarlo.
    • Creare ponti invece che muri.
    • Cantare la diversità come armonia.

    Ogni nota è un passo che ci avvicina. Ogni canzone è una dichiarazione di resistenza.


    👉 Chiudo il post con un invito:

    “Se anche tu credi che restare umani sia l’unica vera rivoluzione, ascolta Stay Human. Condividila. E, soprattutto, vivila.”

  • Fuori Ora: Il Funk Del Banco Frigo

    Ascolta ‘Il Funk Del Banco Frigo’ anche su:

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    A volte le canzoni nascono nei posti più assurdi. Tipo la corsia dei surgelati di un supermercato. Questa è nata così, da un mal di pancia epico e dalla voglia di ridere dell’assurdità della vita. Mettete su le cuffie, alzate il volume e fate attenzione al reparto latticini. Buon ascolto!

    Testo:

    
    
    
    
    
    Son venuto per due carote, forse un po’ di pane
    Ma al reparto surgelati m’ha preso un mal di pancia infame.
    L’aria tagliava come un bisturi, i pavimenti erano laghi
    E il mio intestino ha fatto festa tra formaggi e salami vari.

    Stringevo il carrello con le mani gelate
    Nel reparto latte, le mie speranze affondate

    Canto il Funk del banco frigo
    Un freddo nemico
    Lo stomaco mi balla come come fossi ubriaco e svengo
    Congelano i piselli, ma io sto peggio
    Cerco il bagno come fosse un privilegio

    Son venuto per dei biscotti, non per un castigo

    Il freezer cantava un inno funebre, giuro era inquietante
    La pancetta rideva, lo yogurt faceva l'arrogante
    Tra le offerte e gli sconti la mia anima si perde
    Ho rischiato il tracollo vicino al banco delle caramelle

    Perché ogni market è una landa glaciale?
    Anche il pane si mette il cappotto invernale

    Canto il Funk del banco frigo
    Non è un bel gioco
    Congelano i filetti e il mio colon va a fuoco
    Dal tonno surgelato ai piselli tristi
    Sento i brividi più forti e pensieri pessimisti

    Volevo solo un pacco di cracker, non un crollo epico

    Ehi signor direttore, ma lei non ha cuore?
    Sto scrivendo testamento tra un’offerta e un odore
    Alzi la temperatura, la imploro da terra
    O la denuncio mentre il ghiaccio arriva fino al ginocchio!


    Canto il Funk del banco frigo
    E zero sollievo
    Sto correndo tra i detersivi come un video a due per
    Congelano la pizza, ma il mio onore è perso
    Sono più fragile di un surgelato rovescio

    E tutto questo per due uova e un po’ di couscous…

    Sé questa canzone ti parla…ma proprio tanto, ricorda: non sei tu il problema! Sei solo vittima di un ‘sistema refrigerante perverso’.

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